Le Isole Azzorre: limitare i turisti per poter rimanere una meraviglia naturale.
Alcuni anni fa, dopo aver visitato in due settimane nel nostro primo viaggio 5 delle nove isole che compongono l’arcipelago portoghese delle Azzorre – Sao Miguel, Pico Terceira, Faial e Sao Jorge, ci siamo imbarcati per il nostro volo di ritorno in Italia con due distinte impressioni:
La prima è stata che la bellezza di questo posto era travolgente e diversa da qualsiasi altra cosa incontrata altrove.
Le colline ondulate verde smeraldo, le scogliere vulcaniche di pietra nera a picco sul mare,
le strade tortuose che portano alle sorgenti termali sull’Oceano ed i villaggi di pescatori rimasti uguali a cento anni fa si prestano a descrizioni come L’Irlanda-incontra-Le Hawaii” oppure “La prossima Islanda”. Paragoni raffinati ma che nonostante tutto non riescono a contenere tutto ciò che le Azzorre hanno da offrire.
La seconda impressione è stata la sensazione di essere stati coinvolti in un segreto, una sorta di privilegio per pochi, una scoperta unica di questi cumuli di terra che si ergono improbabilmente in mezzo all’Atlantico, a 1500km – due ore e mezza di volo da Lisbona. Durante un trekking di due ore attorno al bordo di Sete Cidades, un gigantesco cratere vulcanico, su un sentiero sterrato che si affaccia su due laghi scintillanti, il nostro unico incontro fu con un paio di escursionisti che sembravano altrettanto sorpresi di vederci quanto noi di vedere loro.
Durante tutto il viaggio, attraversando le isole con una piccola auto in affitto, incontrammo un solo autobus turistico, e vedemmo un’unica nave da crociera ferma per una breve sosta a Horta che pareva grande quanto il porto stesso.
Oggi, a distanza di qualche anno e sopratutto in alta stagione, è ben diverso: le Azzorre stanno diventando decisamente affollate. Per lo meno a Sao Miguel, Santa Maria e Faial.
Negli ultimi due o tre anni, nuovi voli diretti dagli Stati Uniti e dall’Europa verso la capitale delle Azzorre, Ponta Delgada, hanno fatto si che Il numero di turisti che visitano le Azzorre siano aumentati del 28,8% tra il 2016 e il 2017.
Ma il turismo nelle Azzorre, pur crescendo rapidamente, è ancora un molto limitato se paragonato ad altre destinazioni più popolari: il numero totale di turisti che hanno visitato le Azzorre nel 2017 è stato di circa 645.000, contro una popolazione totale di 245.000.
Per fare un paragone l’Islanda, con una popolazione appena superiore (330.000), ne ha ricevuti 2,1 milioni! E questo non è solo dovuto al fatto che le Azzorre sono una meta ancora poco conosciuta, ma anche perchè il governo locale, colti i segnali premonitori del “sovraturismo” già da molto tempo, ha messo in pratica delle azioni preventive per evitarlo.
“Il governo delle Azzorre ha intrapreso un’azione preventiva, invece che reattiva”, afferma Rui Amen di Azores Getaways, un’agenzia di viaggi online che offre pacchetti per le isole. “Sapevano che il turismo sarebbe cresciuto nelle Azzorre, e ha preso delle iniziative molto prima della comparsa dei voli diretti dagli States e dall’Europa.”
In effetti, la prima fase delle misure nelle Azzorre per scongiurare il “sovraturismo” è arrivata già nel 2015, quando il governo regionale dell’arcipelago in collaborazione con le autorità locali e le aziende private interessati ha stabilito alcuni limiti.
Sono stati fissati ad esempio a 20.000 il numero di alloggi disponibili negli hotel e in altre opzioni di alloggio ufficiali (con l’esclusione di Airbnb, il cui numero si aggira intorno al 300). Tre anni dopo, il numero resta comunque molto al di sotto di quel limite, tra gli 11.000 e 12.000 letti disponibili negli hotel di tutte e nove le isole: il governo delle Azzorre sembra voler stabilire lo scenario peggiore, ed agire prima ancora che accada.
Il passo successivo è un piano per diventare il primo arcipelago al mondo ad essere certificato come “regione di turismo sostenibile” da EarthCheck, un ente di consulenza specializzato in sostenibilità. Per ottenere l’accreditamento, che potrebbe avvenire già nel 2019, le agenzie governative e le imprese private sulle isole saranno messe al corrente dal Global Sustainable Tourism Council per garantire che stiano raggiungendo obiettivi mirati all’impegno sociale, alla conservazione ambientale ed alla gestione responsabile del territorio.
In sostanza, si tratta di un accordo coordinato tra operatori turistici ed istituzioni per far sì che le Azzorre restino la meraviglia naturale che attrae i turisti in primo luogo.
Non dovrebbe essere difficile ottenere l’accreditamento. A São Miguel, la più sviluppata delle isole, circa il 29% della superficie totale è protetta da parchi nazionali (le isole hanno 23 diverse categorie di aree protette, dalle aree di riproduzione degli uccelli ai monumenti nazionali). Ci sono 60 aree marine protette che attraversano l’arcipelago, dove vivono 27 specie di balene, delfini e focene. Tre delle nove isole – Flores, Corvo e Graciosa – sono riserve della Biosfera designate dall’UNESCO, un titolo assegnato alle regioni che “promuovono soluzioni che conciliano la conservazione della biodiversità con il loro uso sostenibile”.
Nel 2013, le Azzorre sono state nominate “destinazione turistica più sostenibile al mondo” da QualityCoast, un’organizzazione che giudica le pratiche di sostenibilità nelle comunità costiere. Le Azzorre sono state inoltre costantemente incluse nell’elenco delle 100 destinazioni sostenibili della classifica annuale pubblicata da Green Destinations, un’organizzazione non profit.
Si cerca un allineamento di interessi tra viaggiatori e comunità locale. Man mano che più viaggiatori diventano consapevoli dell’impronta che lasciano dietro di sé, anche gli operatori turistici traggono vantaggio dal fregiarsi di certificazioni che evidenziano le pratiche sostenibili.
“Azores Tourism”, l’agenzia governativa regionale, ha oggi come slogan “Certified by nature” (Garantito dalla Natura) , ed ha promosso a lungo la conservazione e la natura selvaggia come principale attrattiva dell’isola, in alternativa alla vacanza da spiaggia e cocktail offerta da altre isole come Ibiza e Madeira. D’alltro canto i residenti sono i primi a voler mantenere il più possibile intatte le Azzorre. Maria Inês Pavão, una biologa marina che guida le visite per la compagnia Futurismo, ha dichiarato: “Viviamo bene qui. è sicuro, è bello. Se ti piace la natura, puoi fare tutto in un giorno: scalare una montanga, fare un giro nei boschi in bicicletta per finire con un bagno in una sorgente calda, in riva all’Oceano. La biodiversità è notevole, e quello che abbiamo qui è speciale”
Per contro, sempre più Azzorriano fanno affidamento su un flusso costante di turisti per il proprio sostentamento. Il settore lattiero-caseario e la pesca, a lungo attività primarie delle Azzorre, non pagano più come prima. Il difficile è soddisfare la legittima aspirazione al benessere dei residenti evitando che un numero eccessivo di visitatori causi danni all’immagine di paradiso perduto che le Isole si sono guadagnate con pieno merito.
È ancora troppo presto per sapere quanti turisti siano arrivati alle Azzorre quest’estate a seguito dei nuovi voli istituite, ma l’aumento è comunque evidente: molti hanno colto l’occasione per venire a visitare le Azzorre per la prima volta. Gli operatori qui stanno cercando di tenere il passo e di prepararsi per il prossimo anno, in vista di un ancor maggior numero di presenze.
Chiedendo agli operatori del settore se sono preoccupati che Ponta Delgada possa raggiungere un punto in cui i turisti siano più numerosi degli abitanti, generalmente la risposta che si ottiene è comunque ottimista. Non vogliamo essere la prossima Islanda, dicono. Quello che è accaduto lassù è un monito per tutti. Vedendo lo stress che il turismo di massa ha portato in quel paese pensi. “Bene, cosa possiamo fare per non commettere quegli stessi errori?”
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