MANGIARE E BERE ALLE AZZORRE
La cucina tipica delle isole Azzorre è molto ricca e varia. La sua ricchezza nasce dalla tipicità del territorio che, grazie ad un clima e ad una natura generosa, offre una incredibile varietà di materie prime eccellenti e genuine. Dal momento che per noi Italiani questo è un argomento sensibile, lo diciamo subito: non avrete problemi col mangiare e bere alle Azzorre!
CARNE E PESCE
Le carni, bovine, ovine e suine, sono autoctone e non esistono allevamenti intensivi ma solo provenienti da animali allevati nei pascoli all’aria aperta. Il pesce e i frutti di mare, naturalmente, essendo l’arcipelago una delle porzioni di oceano più pescose al mondo, offre una varietà incredibile.
FORMAGGI
La selezione di formaggi locali è molto ricca e tra i tanti citiamo il Queijo da ilha (formaggio dell’isola) tipico delle Azzorre e preparato con solo latte fresco di capra e il più celebre Queijo di São Jorge.
FRUTTA E VERDURA
L’incredibile clima temperato della zona regala una produzione di verdura e frutta che solitamente si trova solo a diverse latitudini: crescono e si raccolgono più volte all’anno verdure per noi invernali come quelle tipicamente estive come i pomodori. La frutta regala dagli agrumi alle fragole e frutti di bosco agli esotici ananas e banane.
PIATTI TIPICI
Tra i piatti più famosi ricordiamo il Cozido das Furnas, fatto con carni miste e verdure e cotto in pentole calate in sacchi sprofondati nel calore delle bollenti sorgenti geotermiche, la Sopa do Espírito Santo (Soup of the Holy Ghost) o la Massa Sovada (pane dolce Portoghese) o ancora la famosa pimenta da terra (pasta di peperone rosso dolce), solitamente abbinata al formaggio bianco fresco o le zuppe di pesce e crostacei cotte con acqua di mare o i pesci alla griglia. Anche la pasticceria locale è molto ricca ed ogni luogo vanta almeno due o tre dolci caratteristici.
VINO E LIQUORI
Sulle isole di Pico, principalmente, ma anche di Terceira e Graciosa, si produce un buon vino locale ed esistono anche birre artigianali e vari tipi di liquori.
THE’
Da citare a parte la produzione di un ottimo tè locale: le Isole Azzorre sono infatti l’unico luogo in Europa dove cresce e si coltiva il tè.
Ogni singola isola ha i suoi piatti tipici e per un approfondimento sulle specialità locali vi invitiamo a visitare la singola scheda dettagliata di ognuna cliccando qui.
SAO MIGUEL
Fra le varie coltivazioni introdotte alla Azzorre, il tè ha acquistato una grande importanza. Le piantagioni della fabbrica Gorreana e quelle di Porto Formoso, che si stagliano contro l’orizzonte come mari increspati da onde di foglie verdi, sono realtà uniche in Europa.
Visitando le fabbriche-museo si impara la storia di questa coltivazione e quella dell’evoluzione delle macchine utilizzate, prima della meritata tazza che permette di degustare questo squisito prodotto azzorriano.
A Furnas, le pentole colme delle diverse carni e dei molti vegetali che costituiscono il famoso cozido (un peculiare bollito misto), vengono chiuse in sacchi ed interrate nel suolo di alcune zone ad alta attività geotermica. La cottura richiede circa cinque ore: ma prima di assaporare questo appetitoso piatto confezionato al calore naturale della terra, vale la pena di recarsi a vedere l’estrazione delle pentole, issate da braccia vigorose che sollevano le pesanti pentole attaccate ad una corda.
Un’altra tradizione di São Miguel è la coltivazione di frutti esotici come l’ananas, l’anona, l’araçá e il maracujá: tutti frutti ottimi da consumare freschi, ma utilizzati anche per confezionare liquori. Le serre di ananas, diffuse nelle zone di Fajã de Baixo, Lagoa e Vila Franca do Campo, continuano ad applicare metodi antichi che possono essere scoperti nel corso di una vista guidata.
Nella gastronomia locale sono moltissimi i piatti a base di svariati tipi di pesce, ma tutti condividono una caratteristica: la freschezza assoluta del prodotto. Anche i frutti di mare sono molti, e alcuni di essi sono davvero una curiosità: si pensi alle cracas (balani), crostacei che vanno cucinati nell’acqua del mare. La carne proveniente dai bovini allevati nei pascoli all’aria aperta è tenera e saporita. Nel piatto degli antipasti, la famosa pimenta da terra (pasta di peperone rosso dolce) è solitamente abbinata al formaggio bianco fresco, ma è anche tipica di molte ricette isolane. Il bolo lêvedo, un pane schiacciato leggeramente dolce, tipico di Furnas, è molto diffuso e può essere presentato a qualunque pasto. Fra i prodotti di pasticceria, hanno meritato una fama speciale le queijadas di Vila Franca do Campo, paste a base di latte. I fumatori possono concedersi, dopo un buon pasto, un sigaro o una cigarrilla fabbricati a partire dal pregiato tabacco locale.
Locali, Bar & Ristoranti a São Miguel
SANTA MARIA
Dalla terra nasce uno dei piatti più emblematici di Santa Maria: il caldo de nabos, confezionato con una specie locale di rapa, piccola e scura.
Nell’acqua, oltre a questo tubercolo, vengono cotti vari tipi di carne suina, accompagnati da un insaccato locale (chouriço) e da patate dolci. Il brodo così ottenuto è poi versato nel piatto su fette di pane, mentre i restanti ingredienti sono serviti separatamente.
La pasticceria locale è abbondante e diversificata. Le tigeladas si trovano in tutti i ristoranti, ma ancor più tipici sono forse biscotti e pasticcini quali cavacas, suspiros, melindres, encanelados e biscoitos de orelha (orecchie), così chiamati per il loro formato.
Il melone coltivato sull’isola ha ormai acquisito fama e statuto di prodotto gourmet. Fra gli insaccati artigianali, è da notare la produzione di un’alheira de Santa Maria.
Isola di grande tradizione vinicola, purtroppo per lo più abbandonata, ospita ancora famiglie che si dedicano alla produzione del tipico vinho de cheiro, elaborato a partire da uve cresciute in recinti di pietra grigia, ma riservato ad un consumo essenzialmente domestico. L’acquavite e i liquori di frutta godono anch’essi di grande fama e tradizione.
TERCEIRA
La gastronomia di Terceira è famosa per l’alcatra, generalmente preparata con carne bovina, ma ottima anche quando al posto della carne viene utilizzato il pesce.
Si tratta di un piatto caratterizzato dalla lenta cottura in un recipiente di terracotta, in cui si addensa e acquista sapore e profumo una salsa composta da pancetta, cipolla, aglio, alloro, peperone e vino (ma questi sono solo alcuni degli ingredienti).
L’alcatra è di solito servita con pane o massa sovada, leggermente dolce. Lo stesso metodo di cottura si ritrova altre pietanze tipiche: pollo, fagioli, coniglio, polpo o fave.
Fra i prodotti di pasticceria sono molto conosciuti i torte Dona Amélia, in cui la melassa di canna da zucchero e la cannella si sposano all’uva passa e al cedro candito. La tradizione associa il loro nome al passaggio per l’isola della regina D. Amélia. Os coscorões (una specie di chiacchiere), le cornucopie ripiene di crema d’uovo o il riso dolce sono anch’essi giustamente rinomati.
Il paesaggio della zona di Biscoitos è caratterizzato dai vigneti organizati in curraletos (cioè in recinti quadrati delimitati da muri di pietra). Dalle uve della casta verdelho nasce un vino che, dal 1993, la Confraternita del Vinho Verdelho dos Biscoitos si incarica di proteggere e diffondere. Presso la ‘Casa Agrícola Brum’ funziona un Museo del Vino in cui i visitatori hanno il privilegio di poter provare il vino liquoroso chiamato Chico Maria.
GRACIOSA
Il pesce fresco del generoso mare azzorriano è tradizionalmente servito in pentola o arrosto. L’aglio e il melone di Graciosa hanno ottenuto statuto di prodotti gourmet, e sono ingredienti d’elezione in varie ricette.
Ma, se c’è un prodotto veramente caratteristico, sono i dolci che diffondono ovunque il nome dell’isola: le queijadas da Graciosa, ispirate dalla ricetta centenaria delle covilhetes de leite, una specie di tartelette. Della pasticceria locale, variata e deliziosa, fanno parte anche le cavacas, le escomilhas, le capuchas, i pastéis de arroz o le encharcadas de ovos.
Il vino di Graciosa, proveniente dalla casta originale verdelho, ha resistito alla devastazione della filossera. Attualmente, e con l’introduzione di altre caste, i bianchi prodotti nella regione, con marchio d’origine, sono ottimi accompagnamenti della gastronomia regionale. L’acquavite ed i vini aperitivi completano l’abbondante offerta di bevande locali.
SAO JORGE
Con fama internazionale ed un sapore che secondo alcuni è insuperabile, il formaggio dell’Isola di São Jorge è probabilmente il prodotto gastronomico più conosciuto delle Azzorre.
L’União de Cooperativas Agricolas e Lactícinios di São Jorge, situata a Beira, controlla tutti i procedimenti di cura, classificazione e certificazione del formaggio prodotto sull’isola. La Denominazione d’Origine è attribuita solo agli esemplari che soddisfano tutti i requisiti in termini di ingredienti e di metodi tradizionali. Si pensa che la produzione di formaggio di latte di mucca risalga all’influenza dei fiamminghi che popolarono Topo. Il formaggio dell’Isola di São Jorge, a pasta semimolle o dura, ha un gusto leggermente piccante, e si presenta in forme rotonde che pesano tra i 7 e i 12 chilogrammi, che vengono di solito tagliate a spicchi.
Nascono spontaneamente nella Riserva Naturale ed Area Ecologica Speciale della Caldeira de Santo Cristo: le vongole sono un’altra meraviglia gastronomica esclusiva di São Jorge. La laguna costiera è l’unico punto delle Azzorre in cui esiste questo mollusco, caratterizato da dimensioni, sapore e consistenza delle carni veramente unici. La raccolta delle vongole è limitata per legge, e questa delizia può essere provata solo in alcuni ristoranti.
Il microclima di alcune fajãs ha pemesso lo sviluppo di alcune rarità agricole, come la piantagione del caffè, caso raro in Europa: a Fajã dos Vimes si può degustare un caffè dal gusto e dall’aroma intenso, fatto a partire dai grani raccolti sul posto. Insieme all’acquavite alla cannella, è un accompagnamento possibile per la pasticceria dell’isola, dove coscorões, rosquilhas e dolcetti di coalhada sono ricette tradizionali. Le espécies, un dolcetto a forma di ferro di cavallo, con ‘finestrelle’ dalle quali spunta il ripieno, sono veramente tipiche dell’isola. Esistono varie versioni della ricetta, ma tutte hanno in comune la presenza di spezie cone l’anice, la cannella e il pepe.
PICO
Terra di tradizione vinicola, a Pico si producono bianchi, rossi e rosé piuttosto apprezzati in tutto l’arcipelago. Poco a poco, si è tentato di recuperare il prestigio del vino proveniente dal vitigno verdelho, migliorandone la produzione ed innovando i prodotti.
“Basalto”, “Lajido” e “Terras de Lava” sono i nomi commerciali dei vini di Pico: tutti richiamano l’intensità di quel rapporto uomo-natura che l’isola coltiva. La Cooperativa Vitivinicola dell’isola di Pico, ad Areia Larga, concentra la produzione locale, già basata su vitigni nuovi, e può essere visitata. Le acquaviti di fico e di nespola hanno anch’esse i loro estimatori, e si possono vedere antichi alambicchi di rame ancora in funzione. L’ angelica e i liquori di frutta sono proposte più dolci.
L’isola è sempre stata una grande produttrice di frutta, e sono famosi i suoi fichi, dalla polpa rosso vivo. Il miele di fiori di pitosforo (incenso) e il formaggio di latte bovino a pasta morbida, o Queijo do Pico – DOP, occupano un posto di rilievo nella lista dei piaceri gastronomici isolani.
FAIAL
Il polpo al tegame cotto nel vino, comune ad altre isole dell’arcipelago, è uno dei piatti più tipici di Faial. A tavola, la predominanza del mare si rivela nel brodo di pesce e nella caldeirada (pesci in guazzetto).
Pane e dolci di mais sono gli acconpagnamenti giusti. Quanto alle carni, la morcela e la linguiça tanto possono essere uno spuntino o un pasto, ma in quest’ultimo caso vengono servite con l’ igname. La ricetta della molha de carne (una specie di ragù), prevede spezie quali il pepe, il cumino e la cannella per insaporire la generosa salsa in cui viene cotta la carne di manzo. Fra i dolci, sono tipiche le fofas: i dolcetti di pasta aromatizzata al finocchio sono cotti in forno prima di essere farciti con una crema a base di tuorli d’uovo, latte, zucchero, farina e buccia di limone.
Locali, Bar & Ristoranti a Faial
FLORES
Nel corso dei secoli, le isole del Gruppo Occidentale sono rimaste piuttosto in disparte, a causa della loro distanza, dalle restanti isole dell’arcipelago, anche per le impietose condizioni atmosferiche a cui a volte sono soggette. Gli abitanti hanno dunque imparato a contare sulla produzione locale come base della loro alimentazione.
In inverno, dato che era difficile uscire in mare alla ricerca del pesce, normalmente abbondante, la carne suina era spesso l’alimento principale. La cozinhada de porco è testimone di quei tempi: la carne di maiale in salamoia, dopo essere stata a bagno in acqua, viene cotta e servita con patate e cavoli. L’igname con la linguiça (insaccato locale) e la zuppa di crescione fanno parte del menù tradizionale di Flores. Il formaggio prodotto sull’isola ha pasta molle e consistente. Il mare è generoso, e stimola l’immaginazione culinaria degli abitanti di Flores. Nelle tortas de erva patinha la frittata è insaporita dalle alghe raccolte in riva al mare. Il pesce, che fa parte del patrimonio gastronomico tradizionale dell’isola, è preparato secondo varie ricette: da provare l’albacora (o tonno pinna gialla) al forno, o la caldeirada di grongo.
Il microclima di certe zone permette la crescita di frutti esotici. Dall’araçã, pianta della famiglia della goyaba, si colgono frutti gialli, rossi o violetti con i quali si produce una composta assi tipica. Il miele di Flores ha l’aroma degli infiniti fiori che abbelliscono l’isola.
CORVO
La gastronomia locale è soprattutto basata sulla freschezza dei prodotti estratti dal mare o raccolti dalla terra. Specialmente notevoli sono il pesce e i frutti di mare.
Il pane di mais prodotto sul luogo acconpagna piatti tipici quali i tortelli di “erba di scoglio” (erva do calhau). Si tratta di un’alga che viene raccolta appunto dagli scogli, e dalla quale viene estratta l’acqua salata. Dopo essere stata spezzettata e tritata, è amalgamata ad uova e farina, formando delle palline che sono poi schiacciate e fritte nello strutto.
Seguendo una ricetta detta couves da barça, o anche couve e marrã, le carni di maiale conservate sotto sale sono lasciate a bagno fin dal giorno prima, e vengono poi lessate insieme al cavolo tritato, alle patate, alla cipolla e all’aglio. Il piatto è servito con patate dolci e pane di mais.
Molto apprezzato è il formaggio artigianale di Corvo, con stagionatura minima di 60 giorni. A pasta semidura e di color giallastro, ha un sapore persistente ed un lieve gusto piccante.
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