Alessandro E Caterina

10 domande a… Elena e Jerry

Elena e Jerry hanno visitato le Azzorre per la prima volta nel 2013 e se ne sono innamorati.  Alla fine hanno scelto Faial e si sono definitivamente trasferiti qui dove hanno dato vita al B&B (Alojamento Local come dicono qui) Casa BuonVento

Anche a loro abbiamo rivolto le 10 domande su cosa li ha spinti a mettere radici qui, ed ecco le loro risposte:

1 – Presentate in poche parole il vostro nucleo familiare:

Elena, 44 anni (quasi 45), padovana con radici campane (nonno materno) e Ruggero, Jerry per gli amici, 53 anni (quasi 35, dice lui), milanese. Ma ci sentiamo cittadini del mondo e detestiamo ogni tipo di confine geografico… e mentale 😉
Insieme da 8 anni, niente matrimonio, niente figli, ma adoriamo i nostri nipoti e siamo orgogliosissimi zii. Conviviamo dal 2016 e condividiamo ogni giorno questo progetto e i nostri sogni 🙂

2 – Quando vi siete trasferiti alle Azzorre e dove?

Siamo atterrati la prima volta alle Azzorre nel 2013, quasi per caso: ci siamo innamorati di queste isole e abbiamo scelto Faial, dove ci siamo trasferiti nel 2016.

3 – Che attività svolgevate in Italia prima di trasferirvi e che cosa vi ha spinto a cambiare?

Io (Elena) ero reduce da tutta una serie di contratti precari: dopo la Laurea in Scienze Politiche e un Master sulla legislazione in tema di immigrazione a livello europeo ho lavorato qualche anno in un Ufficio Immigrazione di un sindacato, poi sono stata operatrice dell’accoglienza in un progetto per richiedenti asilo. Conclusa la mia collaborazione per “scadenza termini”, ho fatto un po’ di tutto: call center, co.co.co. e co.co.pro., traduzioni, comunicazione per una ONG, promozione spettacoli teatrali, ecc, finché alla fine ho dovuto, mio malgrado, aprire anche la partita IVA. Anche con quella, però, il lavoro scarseggiava (una donna di 40 anni in Italia deve sperare in un miracolo…). In quel momento di difficoltà ho incontrato Jerry che, regista teatrale, coreografo e artista, in Italia stava facendo più fatica di me, e aveva infine trovato lavoro in un ufficio di amministrazioni condominiali. Il che, però, non era esattamente quello che sognava di fare. Essendo entrambi single e senza figli, abbiamo deciso di “guardarci intorno” e abbiamo scoperto le Azzorre 🙂

4 – Che attività svolgete alle Azzorre?

A Horta, isola di Faial, abbiamo comprato una casa davanti al mare, l’abbiamo totalmente ristrutturata (ne aveva davvero bisogno) e, il 15 settembre 2017, abbiamo aperto Casa BuonVento, il nostro piccolo Alojamento Local (5 camere, max 10 ospiti, con cucina condivisa).

5 – Quanto è stato difficile ottenere i documenti per la residenza e per l’attività che svolgete?

Sinceramente ci siamo stupiti per la rapidità delle procedure burocratiche: forse perché Horta è un piccolo Comune, ottenere il codice fiscale non ci ha richiesto più di 15 minuti; anche la registrazione della società è stata molto veloce, forse perché avevamo già tutte le informazioni necessarie grazie al fatto che ci siamo subito appoggiati a un commercialista.
La licenza è arrivata nei tempi previsti dalla normativa vigente: dopo la fine della ristrutturazione, abbiamo richiesto la “visitoria”, un sopralluogo che controlla che la struttura abbia tutti i requisiti per poter essere un Alojamento Local e, dopo circa un mese, se non ricordiamo male (ma era anche agosto, mese di ferie anche qui alle Azzorre) ci è arrivata la licenza.

6 – Dovendo fare un bilancio rispetto alla scelta di vivere e lavorare alle Azzorre lo considerate economicamente conveniente?

Chi sogna di diventare ricco farebbe meglio ad andare altrove. Qui noi siamo venuti per vivere con poco, ma in tranquillità, dimenticando lo stress e i ritmi impossibili che ci rendevano infelice l’esistenza in Italia. Certo qui il costo della vita è più basso rispetto all’Italia e sono più basse le tasse, ma lo sono anche gli stipendi e le possibilità economiche delle persone, che siano residenti o turisti (molti arrivano dal Portogallo continentale, altri sono navigatori che certamente non possono permettersi vacanze di lusso).
Insomma, è economicamente conveniente se ci si organizza bene e ci si accontenta di una vita semplice.

7 – Quali attività consigliate a chi pensa di trasferirsi e non è ancora in pensione?

Sicuramente non è semplice trovare un lavoro dipendente: qui la disoccupazione è diffusa e non è certo facile trovare questo tipo di impiego. Se però si ha voglia di lavorare, imparare (non solo un’attività ma anche la lingua, qui sono richiesti almeno il portoghese e l’inglese), e si ha un po’ di fantasia, forse vale la pena provarci. Il fatto di essere parte dell’Unione Europea aiuta, soprattutto a livello di documentazione, ma da solo non basta.

8 – La lingua ha rappresentato un problema?

Io (Elena) avevo vissuto in Brasile, e il portoghese l’ho imparato lì: il portoghese brasiliano però è diverso dal portoghese “continentale” e entrambi sono diversi dal portoghese azzorriano: su ogni isola c’è un accento/inflessione diversa, e bisogna “farci l’orecchio”.
Jerry ha imparato il portoghese qui, lavorando con gli operai durante la ristrutturazione, studiando da autodidatta su un piccolo dizionario bilingue e chiacchierando un po’ con tutti (non conosce timidezza 😀 ). L’anno prossimo, tempo e lavoro permettendo, pensiamo comunque di iscriverci ai corsi gratuiti di Portoghese per stranieri (3 livelli), organizzati dalla biblioteca pubblica.

9 – Tornereste indietro o pensate di tornare indietro?

In linea di massima no, abbiamo appena iniziato la nostra avventura e, dopo tutta questa fatica, adesso vogliamo goderci un po’ di calma e di beata routine! A volte, però, la nostalgia batte fortissima: abbiamo amici e famiglia in Italia (Elena: mamma, nonna ultracentenaria, fratello, cognata e nipoti; Jerry: zii e cugini), in Francia (una sorella di Jerry con i nipoti) e in giro per il mondo (un fratello di Jerry è un “nomade digitale”), quindi ci sono i momenti difficili, quando tutto sembra andare male,e nel cervello si forma la frase “Ma chi ce l’ha fatto fare”. Poi, però, il momento passa e noi restiamo qui, in direzione ostinata e contraria, a coltivare il nostro sogno 🙂

10 – Due pro e due contro della vostra vita alle Azzorre

Pro: (solo due?)
1. Vita che segue i ritmi naturali (svegliarsi alla mattina e vedere il mare, poter andare a fare il bagno da aprile a novembre, ritmi “umani”);
2. Esserci creati, e poter svolgere, un lavoro che ci piace.

Contro:
1. Vita che segue i ritmi naturali (per ricevere qualsiasi cosa dal continente bisogna affidarsi alle navi cargo e quindi se c’è mare mosso si arriva ad aspettare anche più di un mese)
2. Lontananza dalla famiglia e difficoltà di raggiungerla facilmente/rapidamente in “caso di emergenza” (pochi aerei, scali quasi sempre obbligati a Lisbona senza connessione immediata o in giornata, cost dei voli). E, siccome non c’è due senza tre, la mancanza della mozzarella di bufala e di una libreria degna di questo nome (questo l’ha scritto Elena).

Uno scorcio di Pico visto da Faial